CHIESA SANTA MARIA DI LORETO – Campora

Antichissima chiesa dedicata a S. Maria di Loreto, eretta nel 1478 ad opera di Teodosio Acampora, ampliata nel prima metà del 1700 e restaurata dopo il sisma dell’80. È stata sede parrocchiale, come si evince dalla visite pastorali, dal 1572 fino al 1942 dopo il crollo dell’antica chiesa di San Martino Vetere che si trovava a valle dell’abitato.

Descrizione e opere d’arte

Epoca: XV secolo

Nel soffitto di questa chiesa vi si ammira una preziosa tela del pittore napoletano Mozzilli, con abbellimenti ai margini del noto artista Panareil. Dello stesso Angelo Mozzilli sono la pala dell’altare, che raffigura la Madonna di Loreto con i Santi Protettori Martino e Antonio Abate, e l’affresco nella volta del presbiterio che raffigura la presentazione al tempio. Dopo il sisma dell’80 sono stati scoperti degli affreschi nella cappella dei Naclerio, raffiguranti il triduo pasquale, databili intorno alla prima metà del 500. Nella stessa cappella vi è una piccola tela rappresentante Sant’Antonio da Padova del Ragolia.
Sulla parete di destra dell’unica navata è posta la monumentale tomba del generale Avitabile con epitaffio.
Da notare che dall’altra faccia della parete sorge la casa nella quale l’Avitabile ebbe i natali il 25 ottobre 1791. In S. Martino fu fondato sotto il duca Piccolomini il Monte di Dio e dei Morti.
Nel Settecento l’arcivescovo Michele Bologna, visitando S. Martino, si volle rendere conto della condizione di ciascuna cappella. Alla fine fece demolire quella di S. Antonio di patronato degli eredi di Lorenzo Avitabile, quella di S. Francesco di patronato della nobile famiglia Eboli, quella di S. Caterina degli eredi Avitabile. Così restarono le cappelle del Rosario e del Salvatore di patronato Naclerio, l’altare di S. Giovanni di patronato dei nobili Scatola, l’altare di S. Trofimena anch’essa degli Scatola e la Cappella di S. Vincenzo eretta dai Camporesi.
Pare che la cappella di S. Trofimena in origine sia appartenuta ai nobili Pironti. Nel 1799, appena costituitasi la Repubblica Napoletana, nella piazzetta antistante la chiesa fu piantato l’Albero della Libertà alla presenza dell’allora sindaco e dei decurioni.
Nel 1844 furono collocate sul campanile le nuove campane del costo di ben 252 duc. ripartiti tra le cappelle di S. Maria di Loreto, del Nome di Dio e del Rosario, del Monte dei Morti e di quella del Salvatore di patronato Naclerio. Colpita da un fulmine durante un violentissimo temporale del 5 gennaio 1858, la chiesa ed il campanile dovettero essere riparati perché i muri erano scortecciati.